La
nostra abituale pratica di sviluppare il filo logico del ragionamento e la
necessaria concentrazione per valutare le possibili ramificazioni del pensiero ci
impediscono di capovolgerlo e di riflettere in modo opposto al comune sentire.
Il
nostro pensare infatti si muove in strutture consolidate, segue liberamente ampi
schemi che propongono panoramiche già sperimentate nel tempo ma non è in grado
di seguire strade inedite e inesplorate perché le scarta a priori giudicandole non
plausibili in nessun contesto.
Ma ci possono essere nuove situazioni che frantumano
improvvisamente le visioni già note, che sconvolgono i nostri schemi collaudati.
19 aprile 2020
Bruno Chiarlone Debenedetti