Meditazione sul labirinto domestico 4.4.2020



Nel labirinto domestico, come scuro insetto penetrato nel suo caldo rifugio invernale, tarlo del legno secco, che ha scavato il suo percorso, logico e razionale, labirintico, sotto la scorza, quanto basta ai suoi movimenti, per tutta la stagione. Occorre ben presto disegnarne la mappatura perché è il labirinto della tua casa che ti mette al sicuro dal caos, ti protegge con le sue mura spesse e con il suo percorso di non facile transito, con la sua atmosfera di sarcofago aperto. 
Vi riconosci un odore vegetale, cartaceo, erbaceo, legno e solvente, filo tessuto, volumi invecchiati e il silenzio è di uno spessore tale che si può quasi a toccare.

Attira la forza del labirinto, con il suo percorso prevedibile ma inestricabile, avvolge i sensi come il sapore tiepido di una tazza di te. Il labirinto domestico, si sa, ha l’aroma delle cose conosciute, tappezzato a misura umana lungo il percorso, da libri allineati, tele dipinte e spessi tappeti, tutti assieme esalano una miscela di odori piacevole. 
Il labirinto continua in giardino e nell’hortus conclusus, orto rinchiuso da mura, sempre verde perenne, immerso in perpetua atmosfera ovattata di bosco che a primavera si mescola di canti, di voli fruscianti d’uccelli nei cespugli e nella siepe labirintica.

Sui muri silenziosi del mio labirinto domestico vi sono anche miei collage di fattura astratta: grandi strisce verticali, colorate con aggiunta di lettere a stampa, come una serie di manifesti tagliati e incollati sul cartone bianco del supporto. 
Accanto ad ognuno ho appeso le cartine topografiche delle città che ho visitato: Padova, Vercelli, Torino, Venezia, Genova, Milano, Firenze.

Mappe di viaggi per tempo a lungo immaginati e realizzati in gruppo turistico, ma con percorsi personali svagati e a suo modo soffusi di poesia ermetica, di scoperte previste. 
Nello stare in questi spazi temporali, nelle pause dei viaggi, nelle attese in coda davanti ai musei, alle cattedrali nelle città d’arte, nelle trattorie pittoresche, nel viaggio, li ho riempiti di numerosi labirinti inventati e immaginati con cura dei particolari, poi li ho archiviati provvisoriamente negli scaffali della mente.

B.Chiarlone